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CamperWeb LogoNarni - Il Palazzo Comunale su CamperWeb
(A cura del Comune - URP)

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          E' chiamato anche il palazzo del Podesta' o del Vicario; si presenta nella sua mole imponente e severo. Puo' essere considerato il simbolo della fierezza di Narni, dell'epoca comunale.
          E' l'attuale Palazzo Comunale che nei documenti del Medioevo era chiamato Palazzo del popolo e fu edificato verso la fine del sec. XIII per dare una sede al primo magistrato del Comune.  Nel 1273, furono acquistate le tre torri nella Piazza Maggiore per formare un unico edificio. Le torri, le quali nelle fondamenta mostrano blocchi di mura romane, furono riunite dimezzate e coperte da tetto; per dare alla facciata un aspetto uniforme, a meta' altezza, sotto le finestre del primo piano furono poste due facce di pietra bianca, che vanno da un angolo all'altro dell'edificio, dove qualche secolo piu' tardi furono collocati, come ornamento, due leoni accovacciati, tolti con ogni probabilita' dalle vicine chiese distrutte. In seguito vi furono apportati notevoli altri mutamenti. Le finestre che in origine erano bifore nella prima meta' del 1400 furono sostituite da sei finestre crociate della rinascenza.
          La facciata del Palazzo Comunale fu in un primo tempo adornata degli stemmi dei Podesta', ai quali, dopo il secolo .XVI, furono aggiunti quelli dei governatori e di vari cardinali benemeriti. Oggi rimangono solo alcune iscrizioni di questi ultimi.
           Sotto Leone X i Priori o Domini Sex Electi andarono ad abitare nel Palazzo del Popolo, che prima era dimora del Podesta'. In questa occasione al primo piano fu costruita una grande sala per la riunione del Consiglio generale o Cernita, nella quale nel 1526 furono dipinte l'arma di Clemente VII e del Cardinale di Strigonia, ungherese, che nel 1522, passando per Narni era stato accolto e trattato a spese pubbliche. Sulle pareti di quest'aula nel 1600 furono poi dipinte le effigi dei cittadini piu' illustri di Narni, accompagnate da eleganti epitaffi latini, che pero' nel 1856 furono barbaramente rovinate e coperte con carta di Francia.
          Il Palazzo Comunale aveva in origine quattro entrate, alte ad arco acuto; di queste nel 1700 tre furono murate e fu lasciata aperta quella di mezzo, che costitui' l'ingresso principale, il quale dava in un vasto atrio, chiuso da un portone mastodontico. Delle porte murate singolare attenzione l'ultima a destra, la quale nella parte superiore e' ornata di bassorilievi e di una ringhiera di sette colonne. I bassorilievi di squisita fattura rappresentano un leone affrontato dal drago, un episodio della caccia al falcone raffigurata da due persone a cavallo, un duello fra due cavalieri armati mentre a sinistra e più in alto si vede Giuditta con la testa di Oloferne in mano e ai piedi del letto la sua ancella. La piccola porta sottostante da l'accesso a una cappelletta dove in una nicchia si ammira un affresco del 1500 raffigurante il Salvatore benedicente che dall'Eroli e' attribuito a Rinaldo da Calvi.  Oggi nell'interno del Palazzo Comunale vi e' poco di antico. 
          Le varie amministrazioni succedutesi dopo il 1870 lo hanno arricchito di notevoli opere romane e medioevali o frammenti di essi, provenienti da conventi e chiese soppresse, o da monumenti abbandonati o distrutti. Cosi' nell'atrio del Palazzo vi e' una raccolta di frammenti antichi romani e medioevali di grande valore archeologico, mentre nell'antica sala del Consiglio o Cernita si possono ammirare la tavola del Ghirlandaio, rappresentante l'Incoronazione di Maria Vergine, traslocata li' dal Convento di S. Girolamo il 13 luglio 1871, l'Annunciazione di Benozzo Gozzoli e il S. Francesco che riceve le stimmate sulla Verna, attribuito allo Spagna. Dietro, tre grandi stanze costituivano la biblioteca con documenti storici, pergamene del XII e XIII secolo e molte bolle e brevi pontifici e che ora porta il nome di Giovanni Eroli, noto archeologo e appassionato cultore di storia cittadina. La biblioteca ha attualmente sede presso la ex chiesa di S. Domenico, sito in via Mazzini.

 

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