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Narni - La Rocca Albornoziana
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Viene costruita tra il 1360 e il 1370 dal cardinale spagnolo Albornoz per ribadire la
supremazia del Papato sulla ribelle Narni; e' contemporanea a quella di Spoleto - Assisi - Cesena
fabbricate dal medesimo cardinale.
La Rocca ha la forma di un quadrilatero con cinque torri agli angoli, conservanti ancora i beccatelli
ma sprovvista di merli. Alla torre piu' alta e' stato dato il nome di maschio o dongione al
quale e' addossata un'altra torre della stessa altezza ma più stretta, detta
femmina. Le due torri che guardano verso Narni sono chiamate di San Bernardo e di San Filippo, quella che guarda
verso Orte e' stata chiamata torre di San Jacopo.
Dal 1834 al 1906 viene adibita a carcere; venduta poi dall'Autorita' Giudiziaria ad un Principe russo,
che ne rimane proprietario fino al 1972, passa in eredita' ad un signore di Roma. Ora e' di proprieta'
della Provincia di Terni e del Comune di Narni.
L'origine della Rocca non e' di facile individuazione. Alcuni storici (Eroli, Terrenzi, Ceroni)
concordano sulla preesistenza di una fortezza o di un'altra Rocca. Vi e' chi la vuole esistente fino
dal 1174, occupata dal Cardinale di Magonza per due anni e, nel 1303, restaurata da Benedetto XI.
Piuttosto che Rocca fu luogo naturale di difesa. Col succedersi degli anni, albergarono tra le sue mura potenti signori, nello sfolgorio delle loro armi. La Rocca sostenne molti assedi, a sua difesa vide morire numerosi valorosi guerrieri; fu a volte luogo di pena di illustri signori, altre benigno e sicuro rifugio. Tra le sue mura l'avventuriero Braccio Fortebraccio, con insana volutta', trucidava il giovane figlio di Biordo Michelotti, milite valoroso; vi trovarono sicurezza e riposo Urbano IV, Bonifazio IX e Sismondo imperatore.
Nel 1444, sotto il Pontificato di Eugenio III, venne redatto un inventario, dal quale risulta che a quei
tempi la Rocca si componeva di pochi vani ed aveva una forma assai diversa da quella del 1454 e 1470.
E' questa una prova sicura che in seguito la fortezza acquisto' forma migliore di difesa, atta a
contenere uomini e munizioni, sia sotto il pontificato di Nicolò V che ai tempi di Pio
II. Questo Papa fece iniziare nel I484 importanti restauri per fortificare meglio la Rocca, ma non pote' portarli a termine perche' mori' nello stesso anno. I lavori furono completati dai suo successore Innocenzo VIII. Nei primi di luglio del 1527 fu operato l'obrobrioso sacco di Roma, ma, essendosi nel frattempo manifestata la peste, l'esercito imperiale aveva gia' lasciato la citta' riversandosi in massima parte nell'Umbria, sotto il comando del principe di Orange ucciso nell'assalto nel sobborgo romano di Santo Spirito.
Narni si oppose alla furia devastatrice di questi assassini e in un primo tempo riusci'
a sconfiggere una forte schiera. Ritornati pero' essi piu' agguerriti di prima e piu' numerosi e aiutati
dai ternani allora nostri nemici accaniti per antiche e recenti liti di confine, la cinsero di assedio
ed il 17 luglio la presero di assalto entrando da Porta Pietra. Tutta la citta', con le sue mura di
cinta, le torri e gli acquedotti, fu distrutta. Anche la Rocca soffri' dei danni immensi, cosi' che i
vari governatori che si succedettero cercarono di restaurarla portandola al suo stato originale. La Rocca, che fino al secolo XVIII aveva resistito a tutti gli assalti dei nemici, inizio' a perdere la sua importanza strategica e militare. Durante la dominazione dei francesi, questi, oltre ad aver saccheggiato le chiese, i conventi e le case, spogliarono anche la Rocca dei suoi cannoni e della Scarmigliata, portandoli nel forte di Perugia, dove in seguito furono ripresi dai Tedeschi e dagli Svizzeri che li fusero per farne altre armi. Nel 1840, sotto Gregorio XVI, fu trasformata in carcere di Stato e nel settembre 1860 passo' sotto il governo italiano, rimanendo demanio dello Stato adibita a penitenziario fino al 1909. In quell'anno fu venduta per una cifra irrisoria ad un principe straniero che la ridusse in uno stato miserevole. Nel 1980 con fondi europei iniziano i lavori di ristrutturazione; in programma la destinazione a museo d'arte contemporanea. Ad oggi l'ultimo stralcio dei lavori e' in via di ultimazione. La Rocca dell'Albornoz e' stata inserita nel progetto delle Rocche Albornoziane insieme a Foligno e Spoleto: un progetto che mira ad ospitare momentaneamente i beni colpiti dal terremoto dell'Umbria del 1997. Il progetto di utilizzo varato dal Comune di Narni e' finalizzato ad attivita' legate al multimediale e al virtuale e con spazi espositivi, mentre l'apertura e l'avvio della Rocca si prevedono per i primi mesi del 2000. |
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