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CamperWeb LogoLa citta' di Narni su CamperWeb
(A cura del Comune - URP)

 Viaggi in camper alla ricerca di feste, sagre, eventi, manifestazioni, folclore, fiere, mostre e mercatini

L'antico centro lo si abbraccia da lontano con lo sguardo. Lancia le sue torri contro il cielo, all'ombra della possente Rocca Albornoziana.  Ma nonostante faccia sentire la sua presenza nel territorio circostante, essa e' schiva e riservata: si mostra soltanto quando, dopo aver oltrepassato la  Via Flaminia che la taglia in due borghi, si scopre il carattere vero della citta'.
        Il suo fascino segreto sta nelle gradinate delle strade strette e tortuose che si snodano tra chiese e piazzette, tra palazzi e conventi, che sfociano nelle ridenti esplosioni di spazialita' delle piazze che ospitano gli edifici più imponenti.

        La citta' romana e' la piu' difficile da scoprire; affiora evidente nell'antica Porta Superiore, oggi Arco Romano, ma piu' spesso casualmente sulla pelle di qualche edificio con conci, rocchi o capitelli.

         La Cattedrale conserva le tracce di quel periodo che intercorre tra la Romanita' classica ed il Romanico narnese.  L'antico Sacello di San Giovenale, patrono cittadino, racchiude il Sarcofago funerario del Santo e lo splendido mosaico del Cristo benedicente, di chiara ispirazione bizantina, risalente al sec. IX.
         Ma spetta al Romanico ed al Gotico inventarsi la citta' di pietra calcarea bianca e rosa che oggi noi conosciamo; un labirinto di strade e cortili che solleva l'affanno di chi ama camminare alla ricerca di insospettabili ed imprevisti tesori d'arte: austeri portali, raffinate e mostruose protomi, stemmi e manufatti lapidei, antiche grate che proteggono finestre delicatamente infiorate.

         Il Duomo, quale antica Cattedrale di San Giovenale, sorge sul suo sepolcro di un'antica necropoli tardo-romana, Santa Maria Impensole sembra essere il modello sperimentale della piu' grandiosa Cattedrale (tutte e due raccolgono gli elementi caratteristici del Romanico narnese), Santa Maria Maggiore (oggi San Domenico) edificio di estrema particolarita' nell'intero panorama architettonico umbro, sono le espressioni più nobili del Romanico narnese.
 
         Il Gotico prova le sue forme nella Chiesa di San Francesco che sembra riproporre all'interno gli elementi spaziali del Duomo di Orvieto, nel Sant' Agostino che si affaccia arditamente nella conca ternana. L'architettura militare e civile contribuisce a modificare significativamente l'assetto urbanistico della citta': il Palazzo Comunale, nato dall'accorpamento di piu' antiche torri e la Residenza dei Priori, opera estremamente all'avanguardia attribuibile al Gattacappone, rimodellano, insieme alla elegante fontana del 1301, l'antica Platea Major.
          
         E' ancora probabile l'intervento del Gattappone nella possente Rocca Albornoziana, alla quale fu affidato il compito di controllo e di difesa della citta' e del territorio, divenendo polo di sviluppo per il futuro quartiere del Monte.
         Le mura riquadrano come elegante cornice il volto di Narni, lasciando i compiti di comunicazione alle antiche Porte Polella, Pietra, del Votano e della Rocca.
          
         Il Rinascimento appone un segno forte alla citta' medievale: molti antichi edifici vengono trasformati in palazzi nobiliari, gli antichi orti assumono l'aspetto di gentili corti. Anche il circuito murario viene adeguato alle rinnovate tecniche di guerra, mentre i nuovi accessi di Porta delle Arvolte, Porta Romana e Porta della Fiera, portano note di novità ad una consolidata ed austera architettura militare.
         Anche nella pittura si ritrovano i segni della rinnovata cultura; ad una produzione di "scuola locale" che vede come protagonista degli affreschi del Duomo, del San Francesco, di Santa Maria Maggiore, l'anonimo Maestro di Narni del 1409, si opporra' un piu' raffinato filone di dipinti ed opere d'arte che dalla seconda meta' del secolo XV vedra' la presenza di artisti di levatura "internazionale" quali Pier Matteo d'Amelia, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, Antoniazzo Romano, Lorenzo Vecchietta, Lo Spagna.
         
         Nei secoli a venire l'aspetto della citta' rimane pressoche' immutato; la Controriforma impone trasformazioni nei conventi di Santa Margherita e di Santa Restituta. L'ultimo grande intervento spetta al complesso settecentesco del Beata Lucia voluto dal Cardinale Sacripante per accogliere ed educare gli orfani.
          
         Non resta quindi che avventurarsi nel paesaggio della citta' di pietra alla scoperta di angoli, di segnali da scoprire, da cogliere nella tranquillita' di un'antica citta' umbra. Ogni scorcio narrera' la storia antica di un Comune palpitante di vita e di attivita', mostrera' la vitalita' di saper convivere con il presente.

 

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