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Viaggiare in camper alla ricerca di feste, sagre, eventi, manifestazioni, folclore, fiere, mostre e mercatini in Basilicata

Basilicata

Ben due mari si alleano per offrire scogliere e spiagge vergini e piene di silenzio: due fra gli splendori che il fascino caldo del Mediterraneo sa ancora mostrare. In mezzo, montagne irte di boschi, laghetti e torrenti, in parte elette a parco naturale, in parte “semplicemente” sacre alle genti che vi abitano intorno.

Questa è la Basilicata, una regione che vide a Metaponto Pitagora e i suoi discepoli scoprire le matematiche dell’universo; diede i natali e l’ispirazione a Venosa ai versi di Orazio, presto’ la sua Melfi a Federico II e alla sua corte perche' emanasse le Costituzioni che fondarono il Medioevo.

Per non parlare delle poesie, dei quadri e delle prose degli autori a noi piu’ vicini. Parallela alla “grande” storia testimoniata da castelli, borghi, abbazie e rovine antiche, corsero e corrono le tradizioni lucane che appagano il gusto e l’udito, la vista e il tatto con sensazioni ormai desuete ai comuni palati.

Tutto questo patrimonio e' offerto al visitatore in modo agevole, diretto, grazie a una ricezione turistica intelligente, rispettosa delle tradizioni, ma che e' stata capace di sprovincializzarsi e di guardare al futuro.

La civilta’ lucana

La Basilicata è una miniera di tesori archeologici che la mostra “Tesori d’Italia del Sud” sta facendo conoscere al mondo. Culla della Magna Grecia, raffinata civilta’ sviluppatasi dalla fusione del patrimonio culturale degli antichi Achei con la civilta’ degli enotri e dei lucani, oggi la regione rivive gli antichi splendori nei parchi archeologici di Metapontum ed Heraclea. Anche i Romani operarono su questa terra, creando il nuovo assetto territoriale e viario della Via Appia, della Via Popilia e della Via Herculia. Le loro tracce ancora oggi si ammirano nei resti delle terme di Venosa e nell’area archeologica di Grumento.

D’oro è stata, per la Basilicata, l’eta’ degli Svevi, di Federico II;  d’oro il periodo in cui Melfi, capitale del Regno del Sud, divenne il centro culturale e politico del primo monarca illuminato d’Europa. E poi il periodo dei Borboni, anni di privilegi e di contraddizioni che hanno segnato la storia piu’ recente della regione.

Luoghi d’arte  

Tutti conoscono i “Sassi”, la parte piu’ antica di Matera, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanita’. Le case ora scavate ora accostate alle cortine di tufo sono state il fondale del Vangelo di Pasolini e del Cristo si è fermato a Eboli di Levi.

Ma la Basilicata offre anche altri luoghi d’arte: nella regione si trovano un poco ovunque antichi manieri, storiche abbazie, tutte testimonianze dei grandi periodi della storia lucana: i normanni spalti del “Malconsiglio”; le sveve torri di Lagopesole; l’angioino baluardo di Valsinni.

Nelle chiese e nei monasteri, custodi di antiche credenze, si fondono armoniosamente elementi architettonici di epoca bizantina, longobardo, normanna, barocca. Infine Potenza, capoluogo di regione, fusione fra l’ardita tecnologia  (il moderno ponte sul Basento è in fondo una enorme scultura) e la tradizione che si respira nella citta’ vecchia.

Due mari da scegliere

Quanti volti cela il Mediterraneo? Intorno a Maratea (antico il borgo stretto intorno alla chiesa di San Vito) le calette a mare, aperte fra le rocce a picco che si frantumano in scogli, riassumono le coste scoscese del Tirreno, aggiungendovi l’incanto del silenzio. Giu’, sotto le scogliere alte e ripide dove i lecci e il ginepro selvaggi contendono il loro spazio all’olivo, il mare.

Sull’altro lato della stessa regione, lo Jonio lucano, che si distende da Metaponto a Nova Siri in litorale di spiagge e lievi dune di sabbia finissima trattenute dalle pinete. Una costa ancora incontaminata, che unisce splendori archeologici e naturalistici. Qui, infatti, si trovano i lidi di Metaponto ed Eraclea dove approdarono i Greci. Localita’ che fondono i loro antichi tesori con la modernita’ della ricezione balneare, appagando il visitatore piu’ attento e piu’ esigente che non vuole vivere di sola spiaggia.

Tutto e’ colore

Immergendosi nel verde di questa regione si acconsente al richiamo di una natura che in Basilicata, è padrona ovunque; nei parchi, nei boschi, nei vigneti. Placide sono le terre multicolori che a Federico II ricordavano la natia Svevia, le vigne del rinomato Aglianico, le chiare acque dei laghi di Monticchio.

Vere e proprie oasi naturalistiche si trovano a San Giuliano, un lago originato da uno sbarramento del fiume Bràdano circondato da mille ettari di boschi e il lago di Pantano di Pignola, un tempo palude, oggi meta ambita dai birdwatcher. Ancora gli specchi d’acqua sono i protagonisti della diga di Pertusillo, nella valle dell’Agri, immersa nel verde di una zona che presto diventera’ parco naturale e nella diga di Senise che sbarra il fiume Sinni creando uno splendido invaso di 1850 ettari di superficie.

La natura è piu’ selvaggia, ma accessibile, nel parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti lucane dove si trovano tracce di una storia millenaria: mura megalitiche, conventi benedettini, testimonianze saracene.

E poi il gigante degli Appennini, il massiccio del Pollino il piu’ grande parco naturale d’Europa, eletto Parco Nazionale nel 1990. Un tempo, rifugio e dominio dei briganti ribelli. Da sempre un paradiso floro-faunistico che ospita piante e animali delle specie piu’ rare: l’aquila reale vive ormai solo qui.

Tradizioni e sapori

La Basilicata è una miniera di feste popolari, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Da 500 anni gli Albanesi di Sarmento organizzano il rogo dei “nuzazith”, fantocci vestiti di variopinti costumi. Risale ai Longobardi l’usanza del morgengab o “dono del mattino”, che il marito porge alla moglie all’indomani del matrimonio. Saraceni sono i protagonisti della sfilata dei turchi a Potenza, mentre a Rionero e Barile la piu’ bella ragazza del paese è eletta a titolo di “zingara”. Famosa a Matera è la festa della Madonna della Bruna con il tradizionale “assalto al carro”. Uno spettacolo inscindibile da una gastronomia piena di delizie: c’è la sagra del maiale, della patata arrostita, del formaggio, della salsiccia, del caciocavallo, della castagna e del fagiolo. I prodotti tipici lucani: la “luganega”, il peperoncino, l’olio, il pane giallo, i lampascioni sono innaffiati dal prestigioso Aglianico del Vùlture.

Senza dimenticare la tradizione artistica dell’artigianato lucano che rivive in vecchi strumenti e mestieri in tutta la regione.

Le foreste bagnate dal mare

I greci vi portarono la cultura e l’arte, poi i bizantini ne fecero un centro di commerci e di scambi. Solitaria e orgogliosa, questa regione offre a chi voglia visitarla acque limpide, una natura incontaminata, paesi antichi arroccati sui monti, paesaggi spenditi ed i profumi intensi della macchia mediterranea.

Per chi è alla ricerca di una vacanza incontaminata, lontana dalle folle di agosto, dal mondo dei vip più o meno veri, immune dalle rumorose moto acquatiche, dalle notti insonni e dallo scempio edilizio, la destinazione su misura potrebbe essere questa.

La Basilicata, o Lucania se preferite, è il collo dello Stivale, una terra complessa e piena di contrasti. Apparentemente riservata, quasi timida nel farsi conoscere, pubblicizzarsi e vendersi ai circuiti turistici nazionali ed internazionali.

Questa regione non poteva che essere così, un po' introversa, impenetrabile, un po' ermetica, e per questo suggestiva.

Parte integrante di quel Sud meno conosciuto e inedito ma affascinante almeno quanto il resto del nostro mezzogiorno. La storia di questa terra, stretta tra regioni più fortunate, sembra ne abbia segnato il destino. Siti nascosti; quasi inaccessibili, bellezze artistiche, opere d'arte incomparabili e strutture millenarie poco enfatizzate. Una regione dunque in parte penalizzata dai segni di una storia faziosa e da un processo di modernizzazione meno intenso; ma è anche vero che tutto ciò le rende un fascino particolare e un carisma inconsueto.

Basti pensare alla natura che nei secoli ha mantenuto intatta la propria fisionomia, selvaggia e poco contaminata da modelli e stili di vita da villaggio turistico. Il mistero di una regione un po' trascurata si infittisce e diventa avvincente quando si sfogliano le pagine della sua tradizione storica. Un mosaico di popoli, di tradizioni e culture hanno fatto la storia della Lucania: dai greci, primi colonizzatori sulla costa jonica ai romani, fautori del latifondo e dell'assetto territoriale dell'interno, fino alle feroci guerre per il possesso delle terre tra bizantini e longobardi prima, pirati saraceni, albanesi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, poi. E ancora le dure lotte tra il potere centrale nell'epoca di Federico II di Svevia e le spinte autonomiste delle città. Poi il passaggio sofferto all'Unità d'Italia. La Basilicata ha tanto da raccontare. Ma la sua storia è meno impenetrabile di quanto si pensi, la si può leggere attraverso il paesaggio, le molteplici forme d'arte, ma anche nelle tradizioni, nei costumi e nella gastronomia locale.

L'interesse per il turismo si è fatto attendere, le strategie di comunicazione e i progetti di valorizzazione del territorio sono talmente recenti da non aver sortito ancora grandi effetti, ma i lucani riescono a farne a meno, giocando sulla loro tradizionale ospitalità, l'equilibrio, la qualità e la misura. Per visitarla è vietato avere fretta ed è consigliato essere immuni dalla tracotanza consumistica del turista take away. Ce n'è per tutti i gusti: dai luoghi della tradizione culturale e vacanziera come Matera, Venosa, Maratea sul Tirreno, Policoro e Metaponto con la tradizione della Magna Grecia, ma anche tanti itinerari diversi alla ricerca di un contatto più forte con la natura, sui sentieri dei briganti, tra le colonie albanesi del Vulture o tra i paesaggi suggestivi delle montagne del Pollino.

Non è difficile lasciarsi conquistare dalla Basilicata, sentirsi a proprio agio girovagando da ovest ad est, dal Tirreno allo Ionio. Da un confortevole e rilassante villaggio turistico di Maratea per una settimana tra sole e mare, si può attraversare il Parco Nazionale del Pollino, al confine con la Calabria, tra boschi lussureggianti e paesini da scoprire. Ma la tappa d'obbligo per cogliere a pieno l' anima contadina dei lucani e la loro estrema capacità d'adattamento, è la Città dei Sassi e i suoi dintorni, dove si può dormire nelle vecchie masserie ristrutturate. Infine, vale la pena di percorrere i chilometri di spiaggia bianca e sabbiosa dello Ionio, tra la colonia greca di Metaponto e Policoro.

Le origini del nome -  Terra di lupi e di re

Una storia antica e movimentata come quella di questa piccola regione non poteva non interessare anche le origini del nome. Lucania o Basilicata? Ancora non c'è accordo tra gli studiosi e non esiste una versione unitaria sull'origine e il significato della denominazione di questa terra. C'è chi indica la Lucania come il nome di un antico popolo, i Lucani, originario del Sannio; chi ritiene invece che derivi da lucus che significa bosco; la regione infatti era ricca di foreste che nei secoli vennero abbattute.

Secondo altri storici, il nome Lucania deriva dal greco Ukos cioe lupo, facendo riferimento ai branchi di lupi che popolavano questi territori. La maggior parte però ritiene che il nome prenda origine dal latino Lux, cioe luce, perchè alcuni popoli provenienti dall'Italia centrale, Sabini e Sanniti, spingendosi verso sud si diressero verso una terra dalla quale all'alba vedevano sorgere il sole, quindi "terra della luce" ovvero Lucania. Intorno al 1200 invece comparve il nome Basilicata da Basilikos, termine greco con cui vennero chiamati i governanti bizantini della regione. La denominazione più antica (Lucania), fu ripristinata per breve tempo nel periodo fascista; oggi la regione è più nota con il termine Basilicata. Anche se molti studiosi lucani moderni preferiscono il nome Lucania, che viene conservato nei nomi dei luoghi: Albano di Lucania, Atena Lucana, Genzano di Lucania. Muro Lucano, Savoia di Lucania e cos'i via.

Tirreno - Maratea – Tutti i turchesi del mare

Grotte Maratea - CamperWebUn territorio (più di 20 chilometri di costa) incontaminato dove lo scempio edilizio non esiste. Le montagne di un verde intenso si inabissano nel mare blu. Stretta a nord dalla Campania salernitana e a sud dalla Calabria, tra Sapri e Praia a Mare, Maratea e i suoi dintorni sono una sintesi armoniosa di ambienti diversi e panorami unici: cale immacolate e grotte nascoste, scogli a picco, strade suggestive, paesini minuscoli e vecchie chiese.

Fino a qualche anno fa Maratea era per pochi, soprattutto tedeschi amanti della solitudine e del campeggio, italiani oriundi o rari scopritori delle bellezze nostrane.
Poi nel secondo dopoguerra iniziò il boom turistico, sapientemente calibrato, grazie all'ingegno di un nugolo di industriali del nord che fiutarono l'affare. Così sono nate lussuose strutture di accoglienza e grandi alberghi.

Porticciolo Maratea - CamperWebIl colpo d'occhio non manca di certo quando di fronte ti trovi un mare limpido in tutte le gradazioni dell' azzurro e del turchese vicino alle spiaggette e verde intenso intorno alle piccole isole, poi color indaco fin dove arriva lo sguardo. Ma ad essere gratificato è anche l'olfatto, dagli indescrivibili aromi della macchia mediterranea (pino, menta, rosa selvatica, miele, anice).
A Maratea niente è trascurato ma niente è in ordine, tutto è equilibrato a partire dal mare, che vanta ripetute attribuzioni di "bandiera blu" delle acque più pulite. La visita della costa sul golfo di Policastro ha come fulcro Maratea paese, a 310 metri sul livello del mare, un centro delizioso che conserva l'impianto medievale, fatto di vicoli strettissimi, stradine di pietra e scalette che portano alla Piazza centrale con i caffè all'aperto e i negozietti di artigianato. Altro luogo d'incontro è Maratea Porto con i ristorantini caratteristici a base di pesce freschissimo, le gelaterie, i bar e le case arroccate poste ad anfiteatro.

Tanti sono gli itinerari da seguire per i più curiosi, tra Acquafredda (appena sotto il confine con la Campania) e Castrocucco a sud, Cersuta, Ogliastro, Fiumicello S. Venere e poi, dopo Maratea Paese, verso sud ci sono San Giuseppe, Marina di Maratea, fino al paesino di Castrocucco, che delimita il confine della Basilicata.
Qui, nella suggestiva caletta di sassi dal fondale basso si possono ammirare i ritrovamenti di navi affondate di tutte le epoche. Appena ci si muove verso l'interno di Maratea il paesaggio cambia, attraverso i boschi si arriva a Trècchina, un piccolo paese in uno stupendo scenario montano.

Mangiare

I profumi e i sapori della terra lucana si sublimano nella gastronomia e nella cucina preparata con la meticolosità di un tempo. Ai piatti locali si accompagna il profumo dei vini: il più noto è l'Aglianico, un rosso dai riflessi rubino scuro e dall'aroma di frutti selvatici. Tanti i prodotti tipici locali da sperimentare in vacanza o riportare a casa: mozzarelle, caciocavalli, soppressate, peperoncino piccante sott'olio, il cedro, lavorato in tutte le forme, dai canditi al liquore. Tra le ricette da gustare, sia negli alberghi sia nelle trattorie dei piccoli paesi sulla costa, da non perdere lagane, ciciri, fusiddi, strangulaprevuti.

Ricette

Spaghetti di Maratea
Per 4 persone: cuocete al dente 400 g di spaghetti. Raccoglieteli, ben scolati, in una terrina, conditeli con 400 g di pomodori maturi (spellati, privati dei semi e spezzettati), l spicchio d'aglio tritato e qualche cucchiaiata di olio d'oliva, e mescolate bene. Coprite la terrina con un coperchio e immergetela in acqua bollente, fuori del fuoco. Lasciatela così per circa 10 minuti e servite.

Tortiglioni di Maratea
Per sei persone: gr. 500 di tortiglioni - 6 dl. di passato di pomodoro - gr. 80 foglie di rucola- uno spicchio d'aglio - 5 cucchiai di olio extra vergine di oliva - gr. 50 parmigiano grattugiato - sale e pepe macinato. Cuocete la purea di pomodoro per 15 minuti circa senza l'aggiunta di olio e di sale. Intanto tritate la rucola insieme con l'aglio, metteteli in una zuppiera e condite con olio e pepe. A parte lessate la pasta in abbondante acqua salata in ebollizione. Scolatela e ponetela nella zuppiera, versatevi la purea di pomodoro, date una bella mescolata e servite cospargendo di parmigiano grattugiato

Ionio – Policoro – Lido di Metaponto – Nova Siri – Nelle acque della Magnagrecia

Agli albori dell'VIII secolo a. c. apparvero sulla costa jonica del mediterraneo i coloni greci, che portarono cultura e modelli di vita avanzati. La fusione con le popolazioni locali diede vita alla Grecia d'occidente che ha prodotto una cultura autonoma che oggi si esprime nella seducente miscela di arte, archeologia e turismo: i parchi archeologici del Metaponto e di Policoro, le culture di tipo intensivo dove si producono le primizie di qualità e le ampie spiagge di sabbia dorata e sottile dotate di tutte le strutture.

Policoro - CamperWebL'itinerario costiero, lungo circa 36 chilometri, parte dal nord della parte jonica, da Metaponto, la più importante città della Magnagrecia. Circondata da una pianura un tempo malsana, oggi è ricca di colture irrigue e densa di centri attrezzati per il turismo dove il mare è di un azzurro intenso e pulitissimo. La storia dell'area si può ripercorrere con una visita al Museo Archeologico Nazionale di Metaponto (che propone un vero percorso dalla preistoria al periodo tardoantico) e al Parco Archeologico di Policoro che rivela la struttura dell'antica città. A Metaponto, dopo aver goduto il mare (il lungomare è ordinato, fatto su misura per le passeggiate tra palme e belle abitazioni) ci si troverà di fronte ad un bivio sulla stataÌe jonica in cui si può optare per la costa o per l'interno. Per chi è stanco del mare le cose da vedere non mancano di certo: da S. Basilio a Marconia; da S. Maria del Casale (sostando in una delle accoglienti masserie della zona) fino a Pisticci, altro centro ricco di reperti archeologici. Lasciando la cittadina e seguendo la valle del Basento ci si imbatte in Montalbano Jonico. Questo è il primo comune della Regione ad avere le scuole primarie e la biblioteca civica. Proseguendo sempre verso sud si arriva a Scanzano Jonico, sovrastato da una torre merlata di avvistamento costruita dagli aragonesi. Subito dopo a pochi chilometri si arriva a Policoro, per secoli borgo rurale infestato dalla malaria, oggi, dopo la riforma agraria del secondo dopoguerra, è diventato uno dei più dinamici comprensori agricoli della Basilicata. Anche in questa zona, i resti degli insediamenti delle colonie greche si rniscelano armoniosamente con la natura, le spiagge, lo splendido mare e i frutteti. :li albicocchi, peschi e di albicocchi, peschi e i campi di meloni. Questo itinerario è consigliato a chi è affascinato dalla storia, ma se la priorità è il mare e non si deve fare a meno degli itinerari balneari. Conviene percorrere la statale 106 in direzione sud-ovest; scavalcato il fiume Agri, dopo appena 4 chilometri si arriva a Policoro. La storia di questo paese si perde nella notte dei tempi: Policoro sorge sul sito di Heraclea, a sua volta nato sulla colonia di Siris; ma sembra che già prima dei greci fosse un vivace centro di scambi commerciali dei micenei. Questa parte dello Jonio fu teatro di dure battaglie per secoli, la più nota quella del 280 a. c. tra Pirro e i Romani. E’ da visitare a Policoro il museo Nazionale della Siritide e il Castello che domina la collina, costruito nel '700. Una curiosità: fino agli anni '50 il castello di Policoro era apprezzato non solo per la valenza artistica ma anche come unico luogo in cui i turisti potevano alloggiare. Di grande fascino è il Parco Archeologico che comprende le aree urbane delle colonie greche attorno al castello e nella vallata sottostante. Dopo la passeggiata archeologica, spostandosi di poco, cosa c'è di più suggestivo che bagnarsi là dove il corpo e la mente degli antichi greci trovavano sollievo? Al Lido di Policoro o più giù a Marina di Nova Siri, dove il mare è limpidissimo e la spiaggia è sabbiosa, si possono provare sensazioni simili unite alla comodità e al comfort.

Ricette

Cavatelli di funghi porcini e gamberi
Per quattro persone: mettere a friggere in una padella con olio e uno spicchio d'aglio un etto di gamberi sgusciati con un etto di porcini freschi e 5 o 6 pomodorini ciliegina tagliati a metà. Tenerli sul fuoco 10 minuti o un quarto d'ora, aggiungendo, per fare la salsa, un pochino di brodo vegetale. Cuocere 400 gr. di cavatelli e quando sono ben al dente scolarli e buttarli nella padella per farli saltare. Si servono con un poco di prezzemolo.

Strascinati con lu "ntruppc" (intoppo)
Per quattro persone: impastate 400 gr. di farina di grano duro con sale e acqua tiepida e ricavate dei cilindri lunghi cinque centimetri. Su ogni pezzetto di pasta appoggiate quattro dita e strascinate verso di voi (la forma deve essere più lunga e stretta del cavatello). Lasciate asciugare su una tovaglia e nel frattempo fate rosolare nell'olio un poco di cipolla e 150gr.di carne mista; maiale, vitello e salsiccia, quindi unite dei pomodori. Cuocete la pasta, scolatela e conditela con il sugo e con pecorino grattugiato.

APT Basilicata
Potenza   0971.411839 -  21812
Matera    0835.331983 – 333541
Maratea  0973.876908

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